martedì 22 agosto 2023

il granchio populista

Il granchio blu è il tormentone dell'estate 2023, come la siccità lo era nel '22 (lo sarebbe anche quest'anno, ma una diversa distribuzione delle piogge e l'alluvione dell'Emilia ha dato l'impressione che il problema non sia più così urgente, sebbene lo sia ancora e per davvero, solo desta meno attenzione mediatica... per ora), ed anche questo è un vero flagello, vorace, aggressivo, invasivo, prolifico, sta facendo strage della fauna locale, particolarmente di molluschi vari, mettendo in crisi diversi comparti del settore ittico e della mitilicultura, non che interi ecosistemi. Il problema è particolarmente serio nelle aree umide come la Laguna di Venezia  ed il Delta del Po dove il crostaceo sembra aver trovato l'habitat ideale, ma da più parti ormai delle coste italiane si segnala la problematica. A dire il vero qualcuno aveva lanciato l'allarme già un paio di anni fa, ma non era stato granché preso in considerazione. 
Ora la situazione è drammatica, con pescatori che tornano carichi di granchi e mitili rischiano di sparire, in particolare la cozza nostrana, il Mytilus galloprovincialis, che si avvia a fare la fine della vongola verace (la Tapes decussatus - quella volta fu a causa nostra, in favore della più ghiotta T. filippinarum - oggi preda del granchio). Mondo ambientalista, categorie della pesca e studiosi preoccupati. Il dibattito mediatico è, però, come spesso accade in questo paese surreale. Qual é la risposta della politica? "Magnemosei" - mangiamoceli. Se non ha predatori, diventiamo noi il loro predatore, che in questo campo non siamo secondi a nessuno. Abbiamo così visto Zaia portarsi un granchio blu in conferenza stampa, il ministro Lollobrigida fare un comizio, mentre ne lessa un po' e poi la solita schiera di cuochi, che ormai appaiono ovunque e sempre (diversamente dai virologi che almeno sono stagionali o solo pandemici) e su qualsiasi argomento, per spiegarci come cuocerli al meglio o se si debbano o meno considerarli degni del titolo di eccellenza italiana. 
Poi ci sono le richieste di soldi, ristori per i pescatori, fondi per il contrasto alla specie, tutto in un susseguirsi di dichiarazioni più o meno grossolane, più o meno demenziali e di banalizzazioni e semplificazioni disarmanti.
It's populism baby! Risposte semplici e frettolose a problemi complessi, perché prima parte la bocca e poi il cervello. Perché è alla pancia, stavolta letteralmente, che dobbiamo rendere conto.
Ed invece il tema è complicato e richiede razionalità. I granchi blu sono nelle nostre acque da decenni, ma sono sempre stati marginalissimi. Perché da un paio d'anni hanno cominciato a diventare sempre più numerosi fino all'esplosione di quest'anno? Cosa è cambiato negli ecosistemi marini? Ecco cosa si dovrebbe capire. C'entra il cambiamento climatico? C'entra qualche fenomeno locale? Vi è stata una variazione delle correnti marine? C'entra la pesca? L'esaurimento di altri stock ittici? E sopratutto come la si affronta? Anche qui i media ci mettono la loro a fare confusione... è bastato vedere un ibis sacro (che per la cronaca è un altro mezzo invasore che sta iniziando a stanziarsi qui - come mai?) mangiarne uno, ed ecco che si è subito trovato l'antagonista al pernicioso crostaceo. Semplificazioni pericolose. Serve capire come riportare sottocontrollo la popolazione del granchio blu e cosa ne abbia provocato l'esplosione e per farlo si devono investire risorse in ricerche - SERIE - non per fare spot e poi ripensare davvero il rapporto anche con le attività di pesca, soprattutto in prospettiva futura. Adesso c'è bisogno di serietà.
Bisogna far comprendere che il tema è complicato e non c'è bacchetta magica, capire che nel Mediterraneo stanno avvenendo cambiamenti repentini, che richiedono piani di intervento coordinati, quindi, altro che sovranismi, localismi e compagnia bella, mai come ora necessita la collaborazione tra soggetti e categorie diverse in un contesto razionale, supportato da adeguate conoscenze tecniche e scientifiche. Altro che populismo.

E per la cronaca, ai fans del "magnemosei", mi permetto di ricordare che i granchi blu, fanno parte phylum Arthropoda, in particolare subphylum Crustacea. Sono primi cugini del subphylum Hexapoda, quello degli insetti. Giusto per ricordare un'altra campagna demenziale dei populisti di qualche mese fa, che in quel caso era "magnevei".

1 commento:

  1. Primi esiti degli studi ARPAV sul fenomeno: https://www.arpa.veneto.it/arpav/comunicati-stampa/archivio-comunicati/comunicati-2023/granchio-blu-lapprofondimento

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