mercoledì 23 maggio 2018

Cosa deve ancora succedere?

Cosa deve succedere ancora, perché il campo del Centro Sinistra la smetta di dividersi tra autolesionisti e lesionisti e inizi  costruire una seria proposta alternativa al blocco LEGA-M5S che si va vieppiù saldando, che rappresenta almeno metà dell'elettorato italiano che, pur nelle sue inadeguatezze e contraddizioni sta rafforzando sempre più la propria base sociale e anche la presa di possesso di numerosi centri di potere? Quale altra iattura deve succedere perché la si smetta di pensare a questo o quel singolo leader, a fare o disfare un partito e si inizi una grande mobilitazione, come chiede Calenda per esempio - voce di uno che grida nel deserto - per riconquistare la fiducia di questo paese e trarlo fuori dal tunnel in cui sta consciamente o meno, soddisfatto o meno, cacciando?
Il problema non è se il loro premier abbia o no taroccato il suo curriculum, il problema è che la sua designazione avviene facendosi beffe della Costituzione, su un contratto di governo di cui deve essere notaio - e sui cui contenuti dopo, brevemente, dirò qualcosa, la cui elaborazione è stata tutt'altro che trasparente e, anzi, fa sorgere molte domande, come ben evidenzia Paolo Giaretta, che con una mera conta delle righe dedicate ad ogni argomento ci fa capire lo spessore culturale degli estensori. Il problema è che il M5S in 2 mesi ha potuto dire tutto e il suo contrario senza pagarne pegno. Il problema è che Salvini e la Lega sono pure sembrati i più coerenti. Il problema è che ci tocca sperare che l'eterno Silvio ci dia una mano (!). Il problema è che il Dibba (ma non se ne doveva andare a fare il padre?) si mette minacciare Mattarella affinché non svolga il suo ruolo costituzionale, ventilando tribunali del popolo. Il tutto con i vari Zagrebelsky e affini particolarmente silenti. Il problema è che tutto ciò avviene con una buona parte degli Italiani che non ci vede nessun problema, una parte che tace, ridacchiando, mangiando pop corn (che cosa c'è da ridere, a me viene da piangere), una parte che, anzi, tifa a favore schiumante di rancore, ringhiando all'Europa, ai migranti, al buonsenso, alle Istituzioni, avvinta in invidia e disagio. Il problema è che tutte queste parti sono la maggioranza del Paese. Il problema è il Paese.
No, non sono di quelli che dicono, se il popolo non vota come gli piace, il popolo sbaglia, ma nemmeno di quelli che pensano che chi vince le elezioni abbia per forza ragione (o la capacità di assolvere il ruolo a cui è stato eletto), al massimo ha la bravura di aver raccolto consenso.
Ma riconosco che in questo paese c'è un problema culturale. O si comincia ad affrontarlo con un'azione costante, capillare di discussione e ascolto, di studio e elaborazione, recuperando di credibilità diventando conseguenti tra parole e azioni, spiegando le prime e rispondendo delle seconde o l'uscita dal tunnel sarà sempre più lontana e traumatica. Leggere il "contratto di governo" fa riflettere. Vi è molta fuffa, ma anche molta demagogia e molta poca concretezza. E forse per questo piace agli italiani e a Emiliano (chiediamoci come mai nel centrosinistra pugliese nessuno abbia ancora avuto l'onestà intellettuale di mandarlo a quel paese). Il contratto LEGA - M5S, presentato con retorica insopportabile (almeno quella risparmiatecela), come il cambiamento, come il modello tedesco importato in Italia (peccato che lì per farlo ci abbiano messo 6 mesi, con incontri tecnici fatti da delegazioni di altissimo profilo, stilando un documenti di 177 pagine fitto di numeri e impegni - che nella versione Italica sono ambo assenti) senza che fosse nemmeno lontanamente vero, ma il tutto in una euforia generale. Leggerlo fa specie, sui rifiuti si parla di "modello Treviso" senza sapere che questo implica la costruzioni d'impianti per un ciclo industriale rifiuti e il recupero energetico degli scarti, cosa a cui i giallo-verdi si oppongono pervicacemente ovunque, si parla di fuffa sull'Ilva (io la saluterei e spero che i sindacati che non hanno firmato con il governo uscente siano contenti), si parla di ministero per la disabilità, dimostrando una tendenza mentale all'esclusione e non all'inclusione. Un disabile ministro sarebbe stata una novità positiva, un ministero della disabilità è solo uno spot. O un carrozzone, come la banca d'investimento che si vorrebbe creare. La Giustizia si riduce a più carceri, pistole per tutti, più processi: tra una giustizia più efficiente e lo Stato di Polizia c'è un po' di differenza. Promesse su pensioni (chissenefrega se già spendiamo più di tutti per pensioni e gli over 65 sono sopra la media europea), scuola, reddito e pensione di cittadinanza, tutto finanziato con deficit che potremmo fare perché convinceremo l'Europa - che ha qualche opinione diversa - a cancellarci il 40% del debito (dato che abbiamo una grande credibilità, il futuro premier una grande autorevolezza e i duo Salvini - Di Maio ottimi rapporti con Putin e gli altri di Visengrad, tutti elementi utilissimi a trattare con Bruxelles) e potremo fare deficit che insieme alla flat tax farà ripartire l'economia. Anche a me, che non ci capisco un tubo sembra una cosa poco fattibile, ma questo governo conta su augusti professori - a proposito l'era dei tecnici non era finita?- e saprà come fare.
E mentre succede tutto questo, nel centrosinistra continuano le guerre a Lillyput. Continuano esponenti  strabolliti a spiegarci cosa si sarebbe dovuto fare, che la crisi del mondo progressista è sistemica e che per uscirne bisogna ascoltare la gente. Il problema non è ascoltare la Gente. E' avere qualcosa da dirgli.
Che cosa deve ancora succedere perché si inizi a elaborare un nuovo corso, invece che continuare a gracchiare saccenti e impotenti contro questa compagine Grillo-Leghista, così inetta, così inadeguata,  così torva, piena di preconcetti e settarismi eppure così solida nella pubblica opinione?
Cosa?

giovedì 3 maggio 2018

Fico secco

Davvero desolante l'attacco al neo presidente della Camera, Fico, sulla questione colf in nero. La vicenda è infatti complessa, ma sopratutto indice della bassezza dello scontro politico. E' vero che per i 5S si tratta un po' del contrappasso, perché essendo stati loro fino a ieri moralisti censori ed intransigenti epuratori d'ogni vizio e nefandezza della casta, è ovvio che ora sono soggetti a medesima radiografia. Fa riflettere, però, che vengano additati  da esponenti di Fi e PD per questa vicenda, al grido di: "vedete cittadini, loro non sono poi così onesti". Che a me suona tanto come: "vedete cittadini sono marci esattamente come noi", se si pensa così di ridare dignità alla politica, restituire credibilità ai suoi esponenti o di recuperare consenso, credo proprio si sia sulla strada sbagliata. Con una linea così si produrrà solo altra disaffezione alla politica, disimpegno e si ingrosseranno le file degli arrabbiati, accrescendo il serbatoio elettorale per demaoghi di casa nostra. Di sicuro così facendo non riguadagnamo masse al Riformismo, non ricreiamo tessuto sociale per una forza di centro sinistra riformista. Perché, dunque, autorevoli esponenti di ciò che resta del PD vanno su questa china? Perché altri si fanno ammaliare dall'ipotesi di un governo 5S (paura del voto? smania di potere? convinzione di poter portare su una sponda riformatrice europeista il 5S? Cupio dissolvi?). Semplice perché nel centro sinistra non ci si è ancora fermati a capire cos'è successo il 4 marzo, ma sopratutto cosa sia successo negli ultimi 25anni in Italia e nel mondo alle forze progressiste e non si è ancora iniziato a studiare il quadro presente e gli scenari futuri e sopratutto non si ancora inziato a pensare a qaule orizzonte darsi. I problemi principali fino ieri sono state le elezioni in Molise e Friuli, per domani il tema sono le prossime amministrative. Insomma è crollato un paese e qualcuno si preoccupa della polvere sui fiori. Cos'altro ci voglia per vedere la realtà proprio non lo so. Il tema, quindi, non é quello che dice o non dice Renzi, ma se ci sia ancora una sufficiente consapevolezza e energia nel campo progressista per rimettersi in cammino. Se, invece, il problema è la colf di Fico, riflettiamo sul fatto che potrebbe essere in nero, perché qualcuno ha pusillanimemente abolito i Voucher.

Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...