giovedì 26 marzo 2020

PAZZA IDEA...

Lo dico subito, quello che scrivo è la mia opinione. E basta. Ma il pensiero che mi sta balenando ormai non posso più non provare a condividerlo, sperando in una discussione civile. Premesso, penso che la Regione Veneto sotto il governo leghista abbia perso molte posizioni in molti campi strategici, i numeri pre emergenza COVID-19 rispetto all'Emilia Romagna lo dimostrano. Penso anche che su tutela del territorio, cultura e sanità si siano fatte scelte discutibili e talora chiaramente controproducenti. Penso che la battaglia per l'autonomia sia scaduta in propagnada pura e semplice, nonostante il supporto teorico di insigni giuristi come Bertolissi per citarne uno (leggete il suo saggio vale la pena). Penso che anche nell'emergenza che stiamo vivendo Zaia spesso sia caduto nella propaganda (vedi dichiarazioni di apertura o chiusura a seconda degli umori), vedi l'operazione schermi facciali, talora becera, vedi i cinesi mangia sorci, dopo aver decantato un anno fa la nuova via della seta. Però, è anche vero che sta mostrando di saper reggere la barra in una situazione che sarebbe difficile per tutti, che il Veneto se la sta cavando molto meglio della Lombardia, e la cosa non può essere solo un caso, altrimenti è l'uomo più fortunato che conosca, che sa essere presente, anche mentre altri si occultano, nonostante non abbia, a mio avviso, chissà che squadra politica di supporto, e che le mascherine made in Veneto sono comunque un segno di vicinanza alla popolazione, a prescinderne dalla funzionalità, che in ogni caso ha fatto sentire meno lontana l'Istituzione a quelli chiusi in casa.
L'opposizione. Il centrosinistra ha buttatto al cesso i cinque anni passati, senza costruire un'alternativa credibile e una squadra spendibile che si accreditasse sul territorio, nonostante appunto questa giunta Zaia non sia stata irresistibile. Ha individuato, più per stanchezza un candidato - che non entusiasma molti - da contrapporre a meno di 3 mesi da quella che doveva essere la scadenza elettorale poi posposta. Già in quel momento Zaia aveva la rincoferma in tasca, l'unico dubbio secondo me, in allora, sarebbe stata l'affluenza al voto. 
In tardo autunno voteremo per la Regione, Zaia ci arriverà pù forte essendo l'unico mediaticamente presente da mesi e sopratutto con una gestione, tutto sommato, decorosa dell'emergenza. il centro sinistra non so davvero come potrebbe fare a costruire una proposta solida. Verrebbe da dire, ma che votiamo a fare. Vero è che Zaia si troverà a dover affrontare, come tutto il paese, il nodo della ripartenza, che sarà in salita, molto, della ricostruzione, del ripensamento profondo del tessuto sociale, economico e amministrativo. Pensando anche al fatto che l'evento COVID è una di quelle cose che potrebbero, come le alluvioni ripetersi e non necessariamente tra decenni. Ora mi chiedo, in questo sforzo di ricostruzione non varrebbe forse la pena di mettere da parte le logiche di parte  e le pur legittime distanze per provare a costruire uno sforzo condiviso di ricostruzione?
Lo dico più chiaramente: e se il centrosinistra alle regionali, in nome della coesione necessaria a far ripartire la Regione offrisse un appoggio al Presidente uscente, tramite una lista di scopo, certo non entrando in giunta poi, ma per esempio ottenendo la presidenza del Consiglio Regionale a garanzia dell'impegno e a tutela del diritto democratico alla pluralità di vedute? Non sarebbe un modo per riuscire ad accreditarsi verso parte dell'opinione regionale, contemperare alcuni eccessi del governo leghista e dare un segno di forte senso delle Istituzioni? Non sarebbe quella pacificazione condivisa di cui si necessità per svelenire il clima e ridurre l'eterno stato di campagna elettorale in cui si trova questo paese. 
Lo so lo so. E' fantascenza. E' inciucio. E' una pia illusione. Per qualcuno eresia, per altri forse blasfemia. In realtà è solo l'opinione d'uno che non capisce niente.

lunedì 23 marzo 2020

Tra senso di resposabilità e senso critico.

In questi tempi di coronavirus, dobbiamo stare uniti, cantare in un abbraccio collettivo dai balconi, sentirci orgogliosi di essere un grande popolo che affronta con dignità questo flagello virale, mentre tutto il mondo gode della nostra miseria. Ma presto peste li coglierà tutti. E guai a chi mina questo clima di ritrovata solidarietà, criticando chi manovra o ricordando che se nel passato si fosse fatto altrimenti oggi avremmo qualche patema in meno. E' un disfattista da passare per le armi. Più o meno un po'iperbolicamente ho descritto la nostra attuale situazione, che mi pare condita con molta ipocrisia. E' vero ci vuole senso di responsabilità e talora è meglio mordersi la lingua, piuttosto che ingenerare ulteriore polemica o confusione. Ma il senso di responsabilità fino a che punto può giustificare il tacitare di un doveroso senso critico (come si chiede Masini su Strade)? Ci sono cose che non vanno in tutta questa situazione, non è solo o non tanto la sottovalutazione iniziale del problema CORONAVIRUS perché lo è stata in modo generalizzato, anche da parte di quelle autorità mediche che avrebbero dovuto essere meno tranquillizznti. Vi è il tema della continua decretazione di Stato e Regioni che spesso pare insegua più il sentimento diffuso che non la ragione delle osservazioni scientifiche, manca una voce univoca autoorevole del mondno tecnico scientifico, che spiace dirlo, anche grazie ai benedetti/maledetti social sull'emergenza COVID-19 ha dato che in parte continua a dare messaggi contradittori, aiutato da in sistema dell'informazione rivelatosi quanto mai inadeguato al ruolo. Indadeguato come la classe dirigente di questo paese, delle cui inadeguatezza io non li colpevolizzo, poiché sono stati scelti proprio perché inadeguati, da un popolo, il nostro, che ha fatto dell'inadeguatezza un merito. Ecco perché ricordarle ora certe coese è doveroso, perché in questo momento stiamo subendo gli effetti di alcune scelte, delle quali, chi in allora cercò di evidenziare i limiti, fu ignorato o peggio spernacchiato. Oggi se non abbiamo adeguate risorse per affrontare l'emergenza e sopratutto il dopo lo dobbiamo al NOSTRO enorme DEBITO PUBBLICO, cresciuto del 50% dalla fine della prima vituperata repubblica, e dovremmo ringraziare l'EURO (sì avete letto bene) se non è cresciuto di più perché la moneta unica ci ha fatto risparmiare un sacco di interessi sul debito e ci ha imposto qualche regola, che non abbiamo poi sempre rispettato, ma quel debito era ed è un problema. Se negli anni abbiamo depauperato il Servizio Sanitario Nazionale lo dobbiamo a quel debito e agli sprechi (no non che lo ha chiesto l'UE), se non abbiamo investito adeguatamente in tecnologie e nella scuola, lo dobbiamo a quel debito. Per cui chi negli ha ha denunciato le politiche che hanno aumentato il deficit, come Quota100 (che tra l'altro ha fatto rimanere a casa molti sanitari - combinazione mortale assieme al numero chiuso a medicina),  Reditto di cittadinanza, gli 80 euro, l'Alitalia, la mancata messa in opera della spending review, il costo della burocrazia e delle lungaggini giudiziarie, le contraddizioni sulle politiche energetiche nazionali, i contributi ad minchiam, ecco chi negli anni ha gridato, mentre altri facevano propaganda, cantavano, non ci pensavano o si facevano abbindolare, lo faceva per senso del dovere, per senso critico COSTRUTTIVO, per impegno civile. Ebbene costoro oggi sono titolati a dire: IO VE LO AVEVO DETTO, VISTO? Non è soddisfazione è amarezza. Ebbene costoro sono anche coloro che oggi sono comunque impegnati a sostenere i sanitari e tutte le categorie al fronte in questo momento. E se costoro,che certo spesso sono antipatici, perché tendono a dire come stanno le cose e non come vorremmo che stessero,  adesso danno indicazioni su cosa fare quando sarà passato il COVID-19 per uscire dalle macerie, perché sicuramente dovremo ricostruire molto, ma dovremo anche cogliere l'occasione per ripartire in modo diverso come paese, beh, stavolta, proviamo ad ascoltarli.

domenica 15 marzo 2020

Un NO per la rappresentatività

Eh sì,  i politici ci stanno sulle scatole, chi ci Governa è incapace, in Parlamento ci sono arruffoni e basta, via con meno politici staremmo meglio. Ne siamo proprio sicuri? Ci lamentiamo della distanza delle Istituzioni, credete davvero che aumentare il rapporto eletti elettori renderà il Parlamento più efficace e vicino ai territori? Io penso invece che questo lo renderà ancora più distante e chiuso, i suoi eletti davvero diventeranno casta e saranno solo dei signorsì del leader di turno, riducendo il dibattito, senza aumentare l'efficienza. Ridurre i parlamentari senza un'idea di architettura istituzionale non fa risparmiare soldi, non rende migliore la nostra democrazia, ci rende tutti meno cittadini e basta. Cercate di informarvi sulla materia con cognizione di causa, non con i soliti preconcetti.
Io di mio, voto NO.




sabato 7 marzo 2020

io vado a votare

Il 20 e 21 settembre si vota per un referendum. Lo sapevate?
Volete saperne di più, per decidere? Leggete pure qui.




mercoledì 4 marzo 2020

anche i populisti piangono

Chi è causa del suo mal pianga se stesso dice un antico adagio, io invece mi senso di fare i complimenti per la martellante ed efficace campagna mediatica che da almeno 10 anni viene condotta in vario modo, e con la collaborazione, talora inconsapevole, talora consapevolissima di molti media da varie forze che si definirebbero anti sistema e sovraniste, salvo poi essere pienamente inserite nel sistema e sovraniste nella chiacchiera, ma non nella realtà. Per anni queste forze, Lega, 5 stelle, melomani, hanno blandito la pancia degli italiani, fomentandone l'emotività, l'irrazionalismo, montando campagne per lucrare consenso, una volta sui migrnati, un'altra sull'UE, poi sulla sicurezza, sui vaccini, sugli accordi internazionali, sui temi etici, sui diritti civili e via così. Hanno ricacciato indietro ogni figura tecnica o istituzionale che si alzasse a richiamare le evidenze fattuali al grido di  "Chi ti paga" "Gomplotto!!1!!" o se "vuol dir la sua si candidi", pazienza se fosse di volta in volta il presidente INPS o ISTAT o quache ente scientifico. In tal modo hanno fomentato la sfiducia negli enti terzi, negli esperti e favorito l'ascesa di siti di disinfomazione di massa, forse anche con qualche aiuto estero. Di certo hanno indebolito il paese, il suo senso civico, il suo senso del pudore, la sua ragionevolezza. Giornali, come Libero, il Fatto, il Giornale, La Verità e talora altri più paludati, giornalisti come Del Debbio, Paragone, Giordano, per citarne alcuni ci hanno sguazzato dentro, nel modo più becero. E il popolo che finalmente ha trovato chi  dava ragione ai propri pregiudizi e giustificava le proprie mancanze c'è andato dietro pesantemente, anche perché, è giusto dirlo, voci autorevoli che si alzassero di contro, non ve ne erano, e se qualora ci fossero state, venivano sommerse dagli spernacchi, perchè lasciate sole dall'ignavia di troppi che avrebbero invece dovuto dir la loro. 
Se non che arrivò il coronavirus. E arrivò laddove poteva far più danni, nelle prospere regioni del nord. Il sistema è stato rapidamente messo alla corsa, sia sul piano locale che nazionale perché per arginare l'epidemia sono necessarie misure decisamente antipatiche. Chiudere le scuole, vietare assembramenti, rinviare feste ed à necessario prendere decisioni, che devono essere avallate proprio da quegli "esperti" che fino a ieri si spernacchiava e a cui oggi ci si appella manco fossero il cuore immacolato di Maria. E questo è toccato a un Governo a maggioranza 5S e a 2 Regioni a guida decisamente Leghista. A volte il Karma pare esserci davvero. E abbiamo visto l'impreparazione di queste classi dirigenti, prese dal panico, costrette a misure che sanno generare malcontento e perdersi in scenggiate tra mascherine, diete coi topi e così via. E sopratutto abbiamo visto loro e i loro media amici, dopo aver tentanto di lucrare consenso anche su questa vicenda accorgersi di aver lavorato così bene da generare isteria collettiva, con paesi deserti, alimentari presi d'assalto e attività economiche messe in ginocchio. A quel punto, leggere Libero titolare "diamoci una calmata" è sembrato davvero un momento surreale.
Adesso che l'irrazionalità che avete propalata intacca fisicamente il vostro consenso, ma sopratutto il vostro benessere, vi accorgete che non sapete più governarla e vi sta divorando. E purtroppo noi assieme a voi.
Avete lavorato alacremente per questo risultato. Missione compiuta.

Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...