mercoledì 3 gennaio 2018

Sono sempre i migliori...

Si dice che "sono sempre i migliori quelli che se ne vanno...", quando uno ci lascia " era tanto una cara persona", quando uno sta male "speriamo si rimetta presto", lo diciamo anche di quelli che ci stanno sulle scatole, di quelli di cui non ci frega nulla e di quelli che conosciamo solo per sentito dire. E' un po' politically correct o normale conformismo ipocrita. Orbene, nella vita reale, se ne vanno anche i pessimi (per fortuna) e stanno male pure gli antipatici. Certo non sta bene goderne o augurare sventure, ma trovo più sincero, a volte, tacere piuttosto che unirmi a cori fintamente piangenti.  Se n'è andato ieri il Giudice Imposimato, oggi i media ne ricordano le battaglie da Giudice, la partecipazione a inchieste importanti, l'impegno politico, qualcuno la vicinanza col M5S degli ultimi tempi (si badi questa non è un colpa, ma nemmeno un vanto, direi...), pochi, pochissimi e solo con qualche accenno hanno ricordato le posizioni assunte da Imposimato gli ultimi anni in tema di Vaccini, Obbligo Vaccinale e complotti vari (dall'11 settembre in giù...), oltre che aver dato di sé un'immagine estremamente politicizzata, continuando a fregiarsi del titolo di magistrato (cosanon rara tra togati ed ex), contribuendo a rafforzare i dubbi di chi non ritenga propria terza e il più possibile oggettiva l'azione giudiziaria in Italia. Orbene, io credo che uno, sopratutto quando ha una grande storia alle spalle e rappresenti qualcosa, abbia il dovere di tutelarlo col proprio comportamento fino alla fine, altrimenti ciò che si è fatto viene svilito; che diremmo, che so, di Piero Angela se un giorno lo vedessimo ospite a Voyager, pubblicizzare l'omeopatia o andare al Grande Fratello Vip? Ecco io penso che Imposimato, della cui dipartita umanamento non godo - cosa che, invece, fanno molti dei suoi aficionados, per esempio, verso il tragicamente scomparso ex ministro Matteoli - abbia negli ultimi anni messo al servizio della peggior Italia il prestigio che giustamente si era costruito, facendo un pessimo servizio al Paese, di cui per anni era stato specchiato servitore. 
Altro caso di ipocrisia imperante è quello della "iena" Nadia Toffa, colta di recente da malore, da cui si è, buon per lei, riavuta. Personalmente ovviamente, saputa la notizia, mi sono augurato che le andasse tutto bene, cosa che farei se capitasse cosa analoga, non so, a Beppe Grillo, Marco Travaglio, Alessandro Sallusti, dico nomi a caso di gente molto nota, ma che mi è poco simpatica. Cosa che non so sia tipica di molti fan delle IENE. Le Iene sono state una bella trasmissione, di denuncia, di investigazione, ma pian piano si sono perse per strada, cercando il sensazionalismo, più che i fatti. Vedi il legame tra IENE e "Caso Stamina", proprio oggi è scomparsa SOFIA, la bambina che fu oggetto della prima campagna delle Iene pro Vannoni - inventore della cura, oggi, ricordiamolo, condannato per truffa e varie altre amenità - alla bambina le Iene dedicano un ricordo, dimenticando come furono responsabili dell'innesco di una campagna mediatica che generò un corto circuito nelle istituzioni (magistratura, ministero della Sanità, parlamento) che incalzate da un'opinone pubblica aizzata dall'emotività, presero decisioni errate e sconclusionate, dimostrando tutta la loro pochezza, buttando al cesso professionalità mediche e prassi scientifiche.  E questo è solo un caso, molti altri sono gli esempi di scoop delle IENE  ricercanti più l'emotività che i fatti, vedi la vicenda ultima, coinvolta proprio la Toffa sul caso SOX, l'esperimento del Gran Sasso. Ecco, durante il suo malore, i media e i social si sono affannati a ricordare i pregi della Toffa reporter d'assalto e coraggiosa. Hanno dimenticato di ricordare il lato impreciso, fuorviante, parziale e fazioso con cui spesso costei ha svolto e svolge il suo lavoro, con la sua trasmissione, in cui più che alla Verità si guarda all'Odience, ma ammantandosi di un mantello di moralità, indipendenza e temerarietà, che in realtà è solo un costume, da Pifferaio di Hammeling. 

Nessun commento:

Posta un commento

Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...