lunedì 3 ottobre 2022

L' Alba del giorno dopo.

Elezioni 2022. E' andata come doveva andare. E non è stata la fine dell'Universo conosciuto. Si sarebbe potuto evitare? Sì se in una delle tante sconfitte subite negli anni il centro sinistra inteso come classe dirigente e corpo sociale avesse davvero imparato qualcosa e provato a riformarsi. Ma così non lo è stato, nemmeno dopo il 2018 quando sarebbe stato quasi inevitabile farlo. Invece, complici anche gli eventi esterni si è galleggiato, con alterne sorti. Ma i problemi sono stati elusi. E perciò si sono aggravati. 

Quale idea di paese e futuro, quale piattaforma ideale, quale orizzonte culturale, quale corpo sociale, fossero i riferimenti del centrosinistra e del Partito Democratico in particolare, sono tutte questioni non affrontate, o affrontate in modo caotico, sporadico, contraddittorio, poco credibile. Il centrosinistra da forza motrice di progresso e cambiamento è divenuta forza d'apparato, percepita come lontana, talora ostile.

Nulla è stato fatto per riformare questa situazione, anzi, ci si è limitati ai maquillage o ai cambi di segretario, esecrando sempre il precedente rispetto al nuovo. Nulla è stato fatto in termini di organizzazione, cosa più che mai necessaria, perché alla fine si preferiscono i comitati elettorali che i partiti con una vera vita democratica interna. Ma se la democrazia italiana sta scadendo, lo si deve allo scadimento dei suoi partiti. E duole che sia così anche a sinistra.

Ma non si parte dalle ceneri. Magari da delle macerie e qualche rudere. Ecco perché si ricostruisca, non dimenticando da dove si parte, ponendo il tema di riorganizzare delle strutture, delle idee, una comunità, che esiste ancora e non è così inconsistente, cui va rispetto, ma anche franchezza. Il prossimo congresso del PD non deve essere solo un rebrending o un'alchimia correntizia di dirigenti da ricollocare, ma sia il momento per riflettere su come rifondare il principale soggetto del centrosinistra italiano, affinché sia ampio, coeso e coerente, il rapporto con il terzo polo sia costruttivo e non distruttivo, servirà un rapporto per il futuro, ma non siano le alleanze a dare identità al soggetto. Il congresso del PD deve essere il congresso del centrosinistra riformista italiano che si rigenera. E che ritrova l'antica radice di Filippo Turati, dandosi finalmente una cultura e sopratutto un'idealità.

Ai compagni del PSI dico, il prossimo congresso PSI non sia luogo per faide a Lilliput, ma chieda un congresso del PD aperto per la costruzione della Casa dei Riformisti, prospettiva che abbiamo erroneamente abbandonato 20 orsono per interessi di bottega, eventi avversi e sopratutto nostalgie di un passato meraviglioso, ma che non potrà più tornare.

Io questo mi sento di fare.

Lascio il link di quattro ottime riflessioni, migliori di tutte quelle che potrei fare io.

https://www.rivistailmulino.it/a/un-pd-liberal-socialista

http://www.libertaeguale.it/partito-democratico-il-grande-malato/

https://www.mondoperaio.net/in-evidenza/elezioni-2022-e-tempo-di-fare-chiarezza-di-andrea-frizzera/

https://formiche.net/2022/10/congresso-pd-cazzola/




Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...