lunedì 26 giugno 2023

HO MANIFESTATO

Oggi (24 giugno) ho fatto qualcosa che non facevo da tempo, e l'ho fatto con la mia famiglia. Ho manifestato a Padova, in solidarietà con le famiglie che si sono viste impugnare la registrazione allo stato civile, operata dal Comune negli ultimi 6 anni di coppie coniugate di  sole donne. Impugnazione fatta dalla Procura della Repubblica. In tal modo, da un punto di vista legale, il genitore NON biologico, non è più, dinnanzi alla legge, genitore di quel bambino, tanto per capirci, per poterlo andare a prendere a scuola dovrà essere delegato, oppure non può più assisterlo in ospedale se servisse, e così via. Sostanzialmente quella famiglia, cessa di esistere per la legge. 33 famiglie si ritrovano di nuovo nel disconoscimento legale. A prescindere da come uno la pensi su coppie gay, maternità surrogata (per altro in questo caso nemmeno riguardante) e via dicendo, QUESTA decisione non aiuta ad affrontare la questione del diritto di famiglia, di fronte alle evoluzioni della società, ma la complica e, soprattutto, genera disagio a dei bambini, che già devono quotidianamente affrontare il pregiudizio di qualcuno. Ci sono andato anche con i miei figli. Troppo presto o troppo complicato? Mio papà mi portava alle riunioni di sezione del PSI a 7 anni, alle prime manifestazioni a 10. Devi capire la complessità delle questioni. Che i diritti non te li regalano, che la partecipazione è un dovere, diceva. Ai miei figli non ha fatto male anzi. La società è complicata, e devono imparare presto a riconoscere le prevaricazioni. Abbiamo manifestato per il diritto di esistere di quelle famiglie, per il diritto alla serenità di quei bambini. 

Ho manifestato con la convinzione che le famiglie arcobaleno non sono una minaccia o un oltraggio per la nostra, non la sminuiscono, non la privano di nulla, sono un'altra famiglia con le sue dinamiche e la sua vita, come la nostra. Per me, la genitorialità non è un diritto, ma nemmeno un dovere e soprattutto un privilegio, ma un'assunzione di responsabilità verso la vita ed il futuro. E per ciò va tutelata, e va garantito che i figli possano vivere nel rispetto, l'affetto la serenità.

E va preso atto che la società è, ormai, più avanti di certe impostazioni, che nel mondo, negli stati attorno a noi le cosi dette famiglie arcobaleno sono un dato di fatto, assodato, e contribuiscono attivamente al progresso dei loro paesi. Qui in Italia invece si vuole siano oggetto di scontro. Si preferiscono norme proibitive o volutamente mal scritte in modo da poter alimentare disagio da un lato, timore dall'altro, per mero fine propagandistico alla fine. A costo di contrastare l'evidenza.  E si va volontariamente confusione, proprio a tal scopo. Per esempio tirando in ballo la maternità surrogata. Peccato che nel caso in questione parliamo di bambini nati "tradizionalmente", non solo, ci sarebbe da dire, anche, che, a prescindere da come la si pensi, che sono molte più le coppie etero a ricorrervi che non quelle omo. 

Personalmente io ho molti dubbi sulla pratica, penso però, che che sulla questione in questo caso, si debba arrivare ad una posizione per lo meno europea, senza le derive penalistiche che alcune fazioni italiane suggeriscono, poiché penso che questo tipo di posizioni siano sempre l'anticamera di altre contrazioni degli spazi democratici. Dobbiamo, come europei, addivenire a norme condivise precise, che soprattutto evitino mercificazioni umane, lesione di dignità personale e disparità di censo, come si hanno, per esempio, nel caso delle adozioni, altra questione complessa e delicata nel campo della genitorialità e del diritto di famiglia.

Tornando, però, al punto in questione, ho ritenuto necessario essere a Padova a dare la mia solidarietà alle decine di famiglie che la Procura con la sua decisione ha gettato nell'angoscia. Famiglie che si sono sentite schiacciate perché minoranza in quanto arcobaleno, e minoranza nella minoranza LGBT, come ha ricordato una delle mamme coinvolte. Ci sono dei figli a cui lo Stato ha mostrato il suo volto truce e burocratico. Non si sa come mai, proprio ora, forse per mostrarsi allineato all'attuale stagione di Potere. Potere che necessita sempre di qualcuno da indicare come oggetto di problema al resto dell'opinione pubblica, per mantenere sempre alto il livello di tensione, per rinfocolare il vetusto, ma sempre efficace, "divide et impera" e tenere il popolo sempre su di giri, così si ragiona meno e si segue chi urla di più.

Indicare un "nemico" funziona sempre, purtroppo anche il così detto "campo progressista" non sfugge spesso a questo gioco, alimentando una logica perversa e un circolo vizioso, che oggi, purtroppo, si sfoga contro delle semplici famiglie. 

E' di fatto, la mera trasposizione, alla fine di ogni infingimento, della primitiva dottrina che "la Ragione è del più forte". Per tutto quello che mi è stato insegnato dai miei genitori, è impensabile che  possa sottrarmi all'opporvisi. 

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