giovedì 19 ottobre 2017

io non mi sento Veneto, ma per fortuna/purtroppo lo sono

Ho preso in prestito le parole di una folgorante canzone di Gaber, per parlare del cosidetto "referendum veneto". Domenica 22 ottobre si voterà in Veneto (e Lombardia) sul quesito "Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?" Sul quali, non è dato saperlo, interrogato il Presidente della Regione, Zaia, ha detto che ci stupirà con effetti speciali all'indomani del voto. Sulla questione, dopo un certo approfondimento, sono arrivato alla convinzione di astenermi. Avrei mantenuto un basso profilo sul tema, ma l'atteggiamento dei molti sostenitori del Sì, mi obbliga a una più chiara rivendicazione di tale posizione. In particolare, l'essere stato accusato di: non amare la mia terra, non essere Veneto, non essere lungimirante, essere ideologicizzato e via così, ma più di tutto mi ha colpito la posizione, espressa anche da esponenti delle istituzioni regionali, in primis il Presidente, per cui il giorno dopo al voto essi daranno ascolto, o avrà diritto di parola solo chi al referedum ha votato e sopratutto ha votato sì. Orbene, premesso che chi ricopre una carica istituzionale, dovrebbe ben sapere che rappresenta tutti, pure quelli che non la pensano come lui, anzi dovrebbe sforzarsi di più con questi, per tirarli a sè, va ricordato che l'astensione è posizione legittima. Specie, se non è imbelle, ma astensione attiva.
Il quesito è chiaramente vago, non si specificano quali sono i temi sui cui il Veneto dovrebbe far da sé,  ma sopratutto non si dice che questo percorso il Veneto l'avrebbe potuto avviare già anni fa - la Regione è comandata più o meno dagli stessi da 25 anni, i quali sono stati pure al Governo nazionale, le condizioni per operare in tal senso c'erano tutte, la Costituzione di cui ci si è riempiti la bocca lo scorso anno, lo prevede. Invece è stato fatto poco o nulla, la Regione si poteva già attivare, cosa per cui ritengo Zaia abbondantemente titolato a fare, visto l'ampio consenso della sua rielezione.
Per me, l'argomento autonomia per far cosa, è dirimente per esprimermi, se parliamo di SCHEI, il referendum non produrrà gli effetti che la propaganda del Sì afferma (ps. propaganda per il sì che è formidabile, visto che tutti i partiti più importanti sono favorevoli, chi per convenienza, chi per calcolo, chi per pusillanimità, e vi è una mobilitazione anche di tutte le istituzioni locali, comuni compresi, e diverse associazioni di categoria), se parliamo di altro, scusate, ma visto come la pensa ZAIA sulla Sanità, sui Vaccini, sull'immigrazione, sulla cultura, sulla difesa del suolo, sulle  biotecnologie, sulle risorse energetiche, sullo sviluppo industriale e infrastrutturale, io di dargli una cambiale in bianco sul tema, non ci penso per nulla.
L'astensione è quindi l'unica posizione che possa marcare una differenza, poiché il no, sarebbe un no a cosa? Ma il sì sarebbe un avvallo, o comuque un'apertura di credito, a una classe dirigente, a una direzione, che proprio non condivido. E non condivido perché voglio bene alla mia terra. E voglio bene alla mia terra, non perché è meglio delle altre, o perché noi Veneti siamo migliori, ma perché qui ci vive la mia famiglia, i miei amici, quelli a cui voglio bene. Abitassi altrove vorrei bene a quel posto, a meno che non fosse tale da indurmi alla fuga. Allora vorrei bene al posto che mi darebbe accoglienza. E di voler bene alla mia terra, l'ho dimostrato nei fatti, dedicando tempo, risorse e energie, perché lo voglio rendere migliore per i miei cari. Ricevere patenti di "amor patrio" da chi per il proprio territorio non ha mai fatto nulla, nemmeno raccogliere una cartaccia da terra, oppore peggio, beh, mi spiace non lo accetto.
Personalmente, poi, ritengo si debbano superare gli stati nazionali, costituire uno Stato Europeo, rivedere i regionalismi e gli assetti istituzionali. Il referendum veneto non serve nemmeno a questo.
Serve a una classe dirigente per darsi una puntellata, si badi non biasimo chi domenica andrà a votare, credo che saranno tanti e di questi molti saranno convinti di fare qualcosa di utile per sé e il proprio paese, alcuni ci andranno perché spinti dal partito, altri perché fiduciosi. Ma rivendico legittimamente di poter dire che questa consultazione non servirà all'atto pratico allo scopo dichiarato, ma semplicemente a consolidare un sistema di potere che dà segni di logoramento e sopratutto di mancanza di idee, l'assenza di alternative e ancora un relativo benessere della nostra regione sono i motivi principali che lo reggono ancora nella società. Io ho idee diverse e altre speranze per il mio paese, per questo non posso e non voglio sostenere questa iniziativa.

mercoledì 18 ottobre 2017

mettere ordine

Una delle cose che meno sopporto sono le discussioni non argomentate, e i discorsi improvvisati. Ecco, perché, tendenzialmente prima di esprimermi su un tema tendo a scrivere come la penso, è il solo modo per capire le debolezze del mio pensiero su un dato tema, ma sopratutto per mettere ordine al mio ragionamento, di fatto, scrivere diventa l'unico modo che ho, per sapere come la penso. E sopratutto se lo penso. Questo blog nasce con questo scopo. Raccogliere e riordinare pensieri.
Perché "Roars from Mompracem"? Perché Mompracem è un luogo ideale, l'isola che idealmente resistette all'Impero Britannico, che nella mia metafora è l'uniformità di della routine e sopratutto il pressapochismo imperante; Mompracem è il covo da dove il Pirata Malese, di Salgariana invenzione, un po' Garibaldi, un po' Che Guevara, un po'  William Wallace, un po' Robin Hood sferra le sue incursioni in un mondo confuso.

Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...