venerdì 31 agosto 2018

Se i fatti non contano più

Piccolo evento autobiografico, che mi è accaduto di recente e che molto mi ha fatto riflettere su come ormai accondiscendere la propria opinione e il proprio preconcetto divenga più essenziale che non prendere atto dei fatti realmente accaduti. Della serie, che il nenniano aforisma "un fatto, anche il più insignificante, conta più di una montagna di ipotesi", ormai non ha davvero più significato.
Su una chat di Whatapp di un gruppo cui appartengo viene postato la presunta lettera del Sindaco di Lonigo che risponde alla richiesta della locale comunità mussulmana di bandire il maiale dalle mense comunali, per rispetto all'Islam. Il Sindaco risponde ricordando i valori della nostra religione e terra (indubbiamente per i Veneti il maiale è un baluardo della tradizione, sia culinaria che lessicale) e invitando le simpatiche famiglie a stabilirsi in un paese mussulmano se la cosa non gli garba. Immediate reazioni a favore a mezzo emoticon di alcuni del gruppo. Il solito fesso, cerca tramite Google - sia benedetto il suo nome - conferma della notizia e, guarda caso, si scopre che è un falso, già smentito dal medesimo Sindaco - leghista tra l'altro - il quale pure si meraviglia di come sui social ormai si generino notizie infondate che creano solo confusione se non peggio. Posto il tutto sul gruppo commentando come sia sempre necessario verificare le notizie, specie quelle che sembrano fatte apposta per fomentare contrapposizioni sociali e culturali. E comunque ritenendo inopportuno il post per quel tipo di gruppo. Segue battibecco tra i membri. A qualche ora di distanza chi ha postato la notizia si scusa del fatto. O meglio si scusa per aver postato la notizia in QUEL gruppo, non del fatto che la stessa fosse falsa. Fine? No perché dopo un po' mi giunge un messaggio di reprimenda - benché io sia stato educato nel verificare e segnalare la notizia come falsa - mi viene contestato di averlo fatto solo perché "ti xe de Sinistra" e si parlava di mussulmani, per i quali quelli di Sinistra - che odiano la cultura e tradizione Italiana e Veneta in particolare, avrebbero evidentemente un debole. Insomma perché sarei buonista.
Eh no. No. Proprio no. La notizia era falsa e a me stanno sulle scatole le notizie false, siamo sommersi di informazioni artefatte e falsate finalizzate semplicemente alla propaganda e alla perenne agitazione sociale, abbiamo perso di razionalità e lucidità, io sono contro a ciò e per questo ho fatto quello che ogni persona dovrebbe fare di fronte a una informazione che gli venga propinata: verificare. Ma verificare potrebbe portare a non soddisfare, anzi contraddire, il nostro bisogno di confermare i nostri pregiudizi, cosa che ci piace così tanto, da voler manipolare la realtà pur di riuscirvi. 
Che poi, nello specifico, le presunte ingerenze islamiche, in qualche parte d'Italia ci saranno certo, ma nella maggior parte dei casi i primi a non voler crear conflitto sono proprio le famiglie di fede mussulmana, ne conosco varie, alcune mandano pure i figli alle scuole cattoliche, non hanno nulla da dire sulle celebrazioni cristiane e al massimo sulla questione mense, chiedono solo l'alternativa al maiale per i loro figli (lo fanno pure i Vegani e mi preoccupano più loro). E in alcuni casi, iniziano pure loro un processo di secolarizzazione, potendo godere di un minor controllo sociale qui, rispetto ai loro paesi d'origine e soprattutto scoprendo il poter di conversione del crudo di montagnana, del  musetto e del raboso (credo che se usassimo questi per invadere il medio oriente, diffonderemo il Vangelo in mezza giornata).
Tra l'altro quelli che strepitano sui social contro l'invasione mussulmana, spesso delle tradizioni hanno contezza prossima allo zero, del cristianesimo pure, ma soprattutto, quando è ora di fare qualcosa di concreto, si tacciono, perché in fondo a loro, poi cosa gli frega? O comunque, meglio se le battaglie le fanno altri. Ma almeno non dessero del buonista a me e non facessero considerazioni inappropriate. Anche perché il sottoscritto, lo scontro di "cultura" l'ha affrontato davvero. Qualche tempo fa, in ambito lavorativo, mi sono dovuto confrontare con la richiesta di una parte della variegata umanità che mi trovo a dirigere,  di fede mussulmana di poter godere di pause aggiuntive per la preghiera giornaliera, di una turnistica dedicata durante il ramadan e di orario ad hoc sempre durante il mese di ramadam. Ebbene non ho aperto a nessuna di queste richieste. Ma non per difesa della nostra cultura o fede, ma per la difesa della laicità del lavoro, della sua organizzazione e di un criterio razionale della sua gestione. Avessi aderito, come avrei risposto per esempio al gruppo africano di fede cristiana che da sempre mal sopporta che noi si lavori la domenica (sì perché non del ramo rifiuti la domenica lavoriamo da sempre, senza che questo abbia mai comportato solidarietà o comprensione di politici, sindacati, cittadini, presbiteri e religiosi vari)? Ma la mia azione non è stata mossa da livore ideologico o preconcetto soggettivo, ma da oggettive ragioni gestionali.
Ecco il senso è questo, le norme, le azioni, le risposte devono essere ispirate a elementi di razionalità, affinché non siano arbitrarie e non siano di prevaricazione o persecutorie. In tal modo possono essere spiegate e alla fine comprese e condivise. Come è accaduto con la mia variegata umanità in quel mondo così complesso che si trova tra il vostro cestino dei rifiuti e lo scaffale del supermercato.

giovedì 23 agosto 2018

In preda all'emotività

Qualche tempo fa ho letto alcuni articoli che parlavano dell'Italia come di un paese, sull'orlo di una crisi di nervi, io penso invece che il paese in crisi di nervi ci sia pienamente, un paese con un tasso di emotività tale, che ormai è praticamente impossibile anche la benché minima ponderazione e tale è ormai l'emotività che anche Istituzioni che dovrebbere cercare di avere approcci pragmatici sono, invece, progressivamente in preda a reazioni scomposte dettate dagli umori del momento. Un esempio concreto? La corsa a "censire" entro il 30 di agosto - così ha richiesto il Ministero delle Infrastrutture, ha tutti gli enti con ponti in gestione - da parte di Province, Comuni, Anas e compagnia. Orbene che senso ha tutto ciò? A far vedere che "si sta facendo qualcosa"? Ma questo qualcosa serve o no? Ovverosia ammesso e non concesso che entro il termine arrivi l'elenco, immenso, di ponti e ponticelli e relativo stato di salute, che se ne fa il ministero? Ha fondi e soprattutto strumenti per intervenire con celerità? Affatto. Lo Stato certifica la sua inconcludenza, bella mossa. O siamo di fronte alla solita propaganda? Si lancia il censimento, "si fa vedere" che si sta facendo, per poi alla fine contare sulla memoria corta dell'opinione pubblica e passare oltre, in attesa della prossima emergenza, del prossimo momento di emotività pubblica da sfruttare per guadagnare consenso facile o scardinare qualche norma fastidiosa.
In questo contesto, poi, capitano eventi che fanno cadere le braccia, come il sindaco di Avellino (M5S, un caso?) che chiede in furia ai professionisti del territorio di rendersi disponibili a gratis (se la conoscenza è di tutti e TUTTI siamo esperti, allora la competenza non vale e quindi non si paga... ma la responsabilità?) a peritare le infrastrutture comunali. Qualche categoria professionale ha già, più che legittimamente, risposto con sonori pernacchi.
Resta, per ora, una sola consolazione, per lo meno questo grado di emotività, di improvvisazione e direi anche cialtroneria non è ancora entrato nelle Forze dell'Ordine, nella Protezione Civile, nei Vigili del Fuoco che, a Genova e altrove, sono stati, come sempre, professionali, organizzati, attenti, sensibili e concreti e non chiacchieroni. Non sembrano nemmeno italiani.

martedì 14 agosto 2018

ME NE FREGO!

C'è l'invasione dei migranti, gli stranieri rubano e vengono qui a farsi mantenere, i dati dicono che gli sbarchi sono calati dell'80% e gli stranieri sono l'8% della popolazione? ME NE FREGO.
Bisogna andare in pensione prima e con più soldi, la vita media si è allungata e fra 30 anni ci sarà un pensionato per ogni lavoratore, il sistema rischia di saltare? ME NE FREGO.
Mandare in malora le gare internazionali di ALITALIA e ILVA significa pagare penali stratosferiche, sperperare soldi pubblici, minare la credibilità del paese? ME FREGO
Fare ogni giorni dichiarazioni pro deficit anche se si ha un debito pubblico spaventoso, dichiarare lo SPREAD un complotto internazionale e dire che i mercati non contano nulla e pazienza se questo provoca la perdita di investitori esteri e facilita le speculazioni? ME NE FREGO. 
Dichiarare come consolatorio l'allontanamento di una nave di migranti, dare la colpa all'austerità anziché a chi gestisce le opere il giorno in cui casca un ponte? ME NE FREGO.
Il CETA si dimostra un accordo utile per l'Italia, ma lo si boccia a prescindere? ME NE FREGO
Fare una norma contro il precariato che scontenta chi deve assumere e che fa perdere posti di lavoro? ME NE FREGO.
In Italia c'è un problema di calo delle vaccinazioni e di ritorno di malattie curabili? ME NE FREGO
Sostenere le politiche di condivisione europea del problema migranti e fare alleanza con chi questo non lo vuole? ME NE FREGO.
Essere un paese che vive di export ciò non di meno sostenere politiche basate sui dazi anche se questo sarà controproducente? ME NE FREGO.
Fare dichiarazioni ogni giorno velatamente xenofobe e omofobe, mentre nel paese si moltiplicano casi di violenze dovute a intolleranza? ME NE FREGO.


A furia di fregarsene ci fregheremo tutti.



Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...