sabato 16 febbraio 2019

Autonomia portami via

Ho scelto provocatoriamente una vignetta di Biani sul "Manifesto" per esprimere il mio pensiero sulla questione dell'Autonomia regionale, nuovo tema di scontro che per l'ennesima volta paralizza il Governo, ma che soprattutto catalizza l'opinione pubblica distogliendola dai mirabolanti risultati dei pentaleghisti in economia e in politica estera (ma che ci frega poi a noi Italiani, manco fossimo un paese di export e turismo e dal debito pubblico enorme) e dal fatto che le misure bandiera di questo "quota100" e "reddito di cittadinanza" oltre a essere solo propaganda sono pure controproducenti. Al famoso referendum veneto mi astenni, ritenendolo solo una costosa operazione propagandistica di Zaia e della Lega. Ribadisco il concetto che Zaia aveva, in quanto rieletto a furor di popolo con un programma in cui l'autonomia era ben evidenziata, tutti i titoli per avviare la trattativa col Governo centrale similmente a come ha fatto l'Emilia Romagna, il ricorso al referendum non dava nessuna legittimazione in più, ne rendeva più celere il processo di trattativa, tant'è che si sta procedendo di pari passo tra le tre regioni richiedenti ossia Veneto, Lombardia, e Emilia Romagna appunto. capisco che per i molti fan della Lega e di Zaia in Veneto sia difficile ammetterlo, ma più che un bagno di democrazia è stata una doccia di propaganda a spese della collettività.
L'approccio propagandistico purtroppo non sta abbandonando la strategia Lombardo Veneta, sia per i numerosi proclami succeduti, sia per la scelta di dichiarare di volersi tenere il 90% del gettito fiscale regionale sia perché si è chiesta competenza su ben 23 materie (tutte quelle richiedibili, ma che di alcune delle quali la regionalizzazione è decisamente discutibile).
Ovviamente questo approccio rischia di vanificare il processo e soprattutto di innescare davvero la reazione contraria innescando la polemica sulla secessione dei ricchi. Anche se lascia davvero perplessi leggere la contrarietà della Regione Sicilia esempio massimo di come si possa sprecare l'autonomia e una montagna di soldi, o del presidente pugliese Emiliano, campione del demagogismo che con le sue ottuse politiche ha probabilmente condannato col caso Xylella la scomparsa dell'olivicultura pugliese, o del presidente Campano De Luca, personaggio incredibile, molto bravo a criticare in casa altrui, ma piuttosto indulgente con le ataviche criticità campane. Dal Sud non una voce di autocritica sulla gestione che generazioni di amministrazioni hanno avuto della cosa pubblica, sprecando montagne di soldi che su molte delle degenerazioni che impantanano il Sud in una cronica arretratezza nonostante le indubbie potenzialità. Sud che oggi si lascia blandire dal demagogismo pentaleghista.
Personalmente credo che il percorso per l'autonomia sia complesso e questo governo non all'altezza del compito. più interessato alla propaganda che al risultato, probabilmente alla fine tutto si dissolverà, perdendo l'ennesima occasione per ragionare delle disparità presenti sul territorio nazionale e sulle modalità per affrontarle davvero. L'Autonomia non è necessariamente spacca Italia, potrebbe essere responsabilizza Italia, adottando finalmente misure che colmino i gap tra regioni su vari aspetti e richiamino a maggior responsabilità le classi politiche regionali, spesso responsabili, dopo la riforma non felicissima del centrosinistra ulivista del titolo V della costituzione, di una moltiplicazione delle spese della pubblica amministrazione e degli sprechi.
Certo, vanno analizzati chiaramente tutti gli aspetti, per evitare davvero che sia solo un'operazione egoistica o che produca ulteriore deficit pubblico - la questione di quali risorse attribuire e come non è affatto banale e va ponderata con attenzione, così come va ben ragionata all'interno del contesto nazionale, ma senza pregiudizi, ma certo con cautele. Capisco bene le  riserve di chi ritiene per esempio l'Istruzione come materia da non regionalizzare, perché teme scuole di fatto divise per censo, ma anche chi teme la regionalizzazione di Infrastrutture e Energie, temendo soluzioni inefficaci per le strategie nazionali di efficienza energetica e miglioramento della mobilità e connettività.
La discussione sull'autonomia potrebbe essere anche fatta in chiave più europea, ragionando di ridisegni geografici più consoni alle situazioni odierne, ai rapporti economici e infrastrutturali oggi esistenti, che superino alcuni limiti degli stati nazionali. Viene in mente, il visionario, ma non meno lungimirante (e so che ora qualcuno se ne avrà a male per la citazione), progetto di "Alpe-Adria" che doveva mettere insieme Veneto, Trentino, Friuli, Carinzia e parte della Slovenia cui grande sostenitore era tal Giancarlo Galan.
In ogni caso di dovrebbe ragionare di proposte autonomiste che si incardino in un più ampio progetto di riforma in senso federalista dell'Unione Europea, in questo senso i riformisti dovrebbero riuscire a rilanciare il tema autonomia in un quadro europeo, che consenta la valorizzazione e il coinvolgimento dei territori. Cosa che sicuramente i pentaleghisti non sanno fare, ma che non so se esista qualcun'altro con volontà di provare a cimentarvisi.
  




Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

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