domenica 9 febbraio 2020

Prescrizione, l'esperienza dell'imputato

Grande tema del periodo è l'abolizione della prescrizione, a seguito della riforma Bonafede. Per i pochi che non lo sapessero la prescrizione è quell'istituto che sostanzialmente fissa un tempo entro il quale un reato deve essere perseguito, e quindi, si deve concludere il processo, pena la prescrizione, ossia la non punibilità dell'imputato. Scopo di tale norma è quello di far sì che i processi non durino in eterno. Nell'opinione pubblica si  è fissata l'idea, almeno così sembra leggendo e parlando in giro, che sia una tattica difensiva degli avvocati azzeccagarbugli quella di "menarla lunga" per arrivare alla prescrizione e, quindi, sostanzialmente fare assolvere i propri clienti, specie se colpevoli. 
Ebbene, ci sono delle esperienze nella vita che non si augura a nessuno, che, però, sono altamente istruttive. Una di queste è quella dell'imputato. Che mio malgrado mi trovo a vivere da qualche tempo. Non starò qui a proclamare la mia innocenza, poiché non è il luogo e lo scopo e perché sono a posto con le mie azioni, ma a proporre a tutto questo popolo di sedicenti giuristi e cultori della legalità spiccia, di vivere per qualche tempo tale esperienza. Scoprirebbero che le lungaggini non provengono tanto dalla cavillosità degli avvocati, ma dalle modalità operative e organizzative dell'altra parte, da come imposta le indagini e da come è organizzata la gestione dei tribunali. Scoprirebbero che spesso è labile il confine che dovrebbe esserci tra procure e collegi giudicanti. Scoprirebbero che in aula spesso, non si mira ad acclarare i fatti, ma a confermare una tesi, confortare un teorema, talora avvalorare persino un pregiudizio.  Scoprirebbero che le medesime norme ricevono una lettura diversa "a seconda di chi ti trovi". Scoprirebbero che spesso la Stampa è un'altra "arma impropria" al servizio di un distorto concetto di giustizia. Scoprirebbero che a volte passano anche anni prima di arrivare alla prima udienza. 
Ecco perché la prescrizione è l'unico elemento che almeno limita l'arbitrio sulla durata del procedimento e solo uno sprovveduto o uno in malafede potrebbero pensare che abolendola si accorcerebbero i processi. Per altro, gli Avvocati, sarebbero disponibili a rivederla, spostando l'avvio del conteggio non dal momento in cui il fatto è avvenuto, ma da quando è stato acclarato, una concessione non da poco, che ben dovrebbe essere vista come una grande e concreta apertura di disponibilità.
Per chi volesse farsi un'idea, con qualche dato realistico, gli consiglio di vedere il confronto andato in onda tra il presidente della camere penali, avvocato Caiazza, il dottor Davigo e Antonio Padellaro del Fatto. Come vedete le verità giustizialiste, scricchiolano non poco di fronte talune evidenze numeriche.

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