martedì 25 febbraio 2020

la lezione del CORONAVIRUS

Non sarà un post di virologia, perché non sono un virologo, ma sopratutto perché non ho ancora finito il master in epidemiologia di Google. vuole solo essere una riflessione su quello che la critica situazione odierna ci può insegnare. La prima riguarda il sistema dell'informazione italiana. La quasi totalità dei media, fatte salve rare e lodevoli eccezioni, ha fatto a gara per la polemica e per il sensazonalismo, cavalcando la tigre dell'emotività favorendo l'isterismo diffuso. C'è un problema enorme dell'etica e della competenza di chi fa informazione in questo paese. Poi c'è il problema della capacità di comprensione di chi l'informazione la riceve, o affrontiamo il problema o davvero andiamo di fronte agli scenari del film idiocracy. La politica, anche qui, fatto salve rare eccezioni, ha dimostrato impreparazione in alcuni casi, malafede in altri, cercando di lucrarne consenso. Ho visto un video di una strillante militante di un tal partito, gridare al fatto che si sarebbero dovute chiudere tutti gli accessi al resto del mondo. Ve lo immaginate il completo isolamento rispetto l'estero di un paese come il nostro? Credete davvero fosse credibile e praticabile? Si sarebbe dovuto controllare meglio chi arrivava dalla Cina e applicare la quarantena, forse, non lo so, qui andiamo su un campo non mio, vero è che sarebbe stato impossibile intercettare qualcuno che per esempio avesse incontrato, chessò, in Ungheria per affari qualcuno che fosse arrivato dalla Corea dopo essere stato in Cina, ossia ritengo che sarebbe stato impossibile  impedire l'arrivo del virus da noi. Vero è che oggi lo sforzo dei nostri sanitari è encomiabile  e dimostra quanto il Servizio Sanitario Nazionale sia un bene prezioso, e dovrebbe essere centrale nei programmi della politica di Governo. 
Fa poi sorridere vedere il professor Burioni diventare improvvisamente il punto di riferimento di quelli che sino a qualche giorno fa dicevano "e ma 10 vaccini sono troppi" o che hanno l'omeopata come medico di fiducia. Spiace invece vedere gli stracci che sono volati tra cattedratici assurti all'onore delle cronache per il loro impegno nella divulgazione. L'aver palesato divergenze in questo modo, non fa pene alla cuasa, fa sì che si pensi che ci sia dell'opinabilità sulla questione e se c'è su questo perché non ci dovrebbe essere sui vaccini, o sulle medicine "alternative"? Si rischia di minare la credibilità di una battaglia quanto mai nobile. Meglio sarebbe stato un confronto, prima di andare sui social a far volare gli stracci. In tal senso la pacatezza e chiarezza di alcuni noti divulgatori, come Roberta Villa, Dario Bressanini, Salvo di Grazia (che si è beccato qualche impropero di troppo, reagendo con signorilità invidiabile), Beatrice Mautino, Enrico Bucci, per citare quelli che seguo io, è meritoria hanno svolto e stanno svolgendo un'azione dall'alto valore scientifico e sociale aggiungo io.
Lascia invece amareggiato il sottoscritto l'Europa... come troppo spesso accade, in ordine sparso sul tema, ma anche pronta "isolarci" in maniera plateale non comprendendo che così facendo acuisce l'antieuropeismo sempre più conclamato e sopratutto la nostra deriva.
Infine ringraziamo il virus, perché ci ha tolto di qualche ipocrisia sul razzismo. Qualcuno ha detto che in Italia non c'è xenofobia perché ce la prendiamo solo con quelli - prevalentemente neri -perché indolenti e potenzialmente pericolosi. "Avete mai sentito prendersela con i Cinesi?" - diceva quello - "loro lavorano  e sono rispettosi". Il coronavirus ha permesso finalmente di potercela pigliare per qualcosa anche con loro, a prescindere da elementi oggettivi.
Sì siamo un paese messo male. Questa storia ci farà male anche economicamente e sicuramente il paese ancora una volta avrà una reazione isterica ed emotiva. Continuando su quella china che me lo sta facendo detestare. Ciò non di meno il virus ci ha mostrato anche un'Italia seria, che reagisce, sostiene, ragiona. Nonostante tutto.

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