giovedì 7 giugno 2018

SiAMO GIA' ARRABBIATI!

Nell'indimenticabile "Altrimenti ci arrabbiamo" in una delle scene, veniva chiesto al duo, "altrimenti cosa fate, vi arrabbiate?" la mitica coppia Hill-Spencer rispondeva "SIAMO GIA' ARRABBIATI.  Ecco io credo sia questa la sensazione di tanta parte della mia generazione. Noi nati negli anni settanta. I nostri genitori (almeno i miei e molti di quelli che un tempo furono miei amici) ci hanno educato al studia, lavora, datti da fare, impara bene un mestiere, prenditi un pezzo di carta, per fare certe cose ci vuole impegno, fatica, tempo per arrivarci. Insomma, si credeva che lavorando sodo si sarebbe conquistata una posizione, la serenità economica, si sarebbe diventati "qualcuno". E lo pensavano anche quelli di noi che, a un certo punto della loro vita, si sono impegnati in politica, per le più svariate ragioni. Si pensava, se mi impegno, prima o poi mi faranno accedere a ruoli di responsabilità. D'altronde eravamo i figli di quelli che "prima di fare il consigliere comunale devi consumarti a fare "ossetti" alle feste dell'Avanti! o dell'Unità che fosse. E invece, ci siamo trovati fottuti. 
Farsi una posizione, avere un lavoro decente, costruire una famiglia, emergere, per quelli della mia generazione, e le statistiche lo confermano, non è stato e non è affato facile. E per molti la cosa è diventata drammatica. Per quelli impegnati in politica ci siamo trovati prima a non riuscire a scalzare "i vecchi", a meno che non fossimo loro cloni, poi ci siamo trovati con i "millennials" (ovviamente si sta parlando in senso lato) e sbarbati vari, che senza arte ne parte si sono trovati proiettati al comando. Ragazzotti, per cui l'impreparazione, l'emotività, l'iconsistenza sono assurte quasi a merito. La cosa è diventata parossistica col fenomeno Di Maio, ma qualche assaggio l'abbiamo avuto con Renzi, cui inizialmente si guardava con fiducia essendo uno di noi, visti certi inserimenti nel "giglio magico". Vari di noi hanno preso la via dell'Estero. altri si sono avulsi dalla società, molti avvinti in una situazione di invidia, acrimonia,  frustrazione si sono persi nelle illusioni del ribellismo e del "populismo" finendo nel Grillo-Leghismo. Una sinistra riformista che volesse tornare a essere interprete delle speranze del paese, dovrebbe trovare il tempo di andare a parlare con quelli della mia generazione, per recuperarli al campo dei progressisti, ossia quelli che guardano con pragmatica fiducia al domani, senza dimenticare le contigenze del presente.  
Abbiamo ben donde d'essere arrabbiati, preché crediamo nel valore dell'impegno, della competenza, della responsabilità, ma la Storia, questo paese, le sue elites, ma anche la sua società, ci hanno relegato in un ruolo di comparsa, se non di spettatore, sebbene noi ci si fosse preparati per essere protagonisti. E' vero ci abbiamo messo anche del nostro, perché forse abbiamo maturato una coscienza troppo tardi, perché forse siamo stati troppo accondiscendenti, perché a un certo punto pure noi un po' ci siamo rimbambiti e ci siamo fatti suggestionare dalle mode del momento. Avremmo dovuto tenere la barra più salda. E' tempo di riprenderla in mano quella barra, siamo ancora in tempo per dire la nostra a questo Paese. Ammesso che lo vogliamo, ammesso che abbimo qualcosa da dire.

Nessun commento:

Posta un commento

Il mio nome è NESSUNO. (ovvero del PD e della perenne ricerca di Identità)

Se è pur vero che di mesi ne sono passati non troppi, come detto, sembra già che si pensi al dopo Schlein, una volta che il Pd si farà prend...