Siamo decisamente arrivati alla frutta, è proprio il caso di dirlo. La recente polemica, tutta interna al partito democratico, sulla cena promossa dall'ex Ministro Calenda, con Renzi, Minniti e Gentiloni, saltata per le polemiche suscitate, tra cui quella innescata dal presidente della Regione Lazio e aspirante prossimo segretario DEM, Zingaretti, che avrebbe replicato con una sua cena, invitandovi uno studente, un operaio e non so chi altro, rinnovando la tradizione Veltroniana delle "figurine" (quella che produsse Calearo senatore, rimembranze), mutuata da quella un po' più elevata degli "indipendenti" nelle liste del fu PCI, ovverosia di coinvolgere uno in quanto rappresentativo di un mondo, una categoria, un gruppo, nella speranza (vana) che questo porti le simpatie di quel segmento di società che si vorrebbe sedurre. Chiude la sceneggiata la protesta di Giachetti, solitamente molto pungente, ma stavolta un po' stucchevole, che dichiara lo sciopero della fame contro le cene esclusive. Il tutto mentre nei sondaggi i Giallo-Verdi (scuri), mortacci loro, crescono e rischiano alle europee di regalare la pattuglia anti UE più cospicua dell'europarlamento, probabilmente assestando un colpo pesantissimo alle spinte europeiste nell'assemblea di Strasburgo, con tutte le ricadute che questo potrebbe avere sul processo d'integrazione europea (se ancora ci vogliamo illudere). Il tutto mentre il #GovernodelDanneggiamento fa scelte ideologiche e propagandistiche su lavoro, ambiente, pensioni e giustizia, minando pesantemente le prospettive di modernizzazione di questo paese. Il tutto mentre i PentaLeghisti a tutta propaganda, inoculano nel paese il veleno dell'irrazionalità e intolleranza. Mentre tutto ciò avviene, quello che vorrebbe essere il principale partito dell'opposizione democratica di questo paese, fulcro per la costruzione di una proposta di governo riformista battibecca coi suoi leader verso un congresso che rischia di essere una messa da requiem. Roma brucia e questi suonano la cetra. E pure male. Francamente sempre meno vedo il Partito Democratico in grado di costruire una proposta alternativa, ma soprattutto di rifondarsi, di riuscire a proporre una prospettiva forte e di lungo respiro a questo paese.
Ma non posso e nemmeno voglio permettermi la resa. Per fortuna movimenti così detti minori, come +EUROPA, VOLT, perfino l'ITALIA in COMUNE di Pizzarotti, sembrano un po' più vivaci e concreti, attivi programmaticamente, relativamente innovativi nelle proposte e reattivi. E' da capire se, anch'essi non finiranno preda di guerre intestine e se sapranno fare breccia nel dibattito pubblico e saranno adeguati nei messaggi o se finiranno un velleitarismo elitario intellettuale.
Comunque, è a questi che, chi vuol tentare di fare qualcosa, deve provare a guardare altrove ormai, è solo tempo perso.
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