lunedì 2 luglio 2018

Battere un colpo

Non è il momento di perdersi d'animo, anche se a volte lo vorrei. Siamo in una fase di emotività dilagante. Il ragionamento, l'approfondimento non sono di moda. Conta solo il discorso emotivo e muscolare. Caso paradigmatico è quello immigrazione, che sembra essere il primo problema degli italaiani. Anche per quelli che l'immigrato lo vedono poco. Conta nulla tirar fuori i numeri che dicono che gli sbarchi sono calati, che altri paesi ne gestiscono più di noi. Rispetto alla convinzione che questi vengano qui a portarci via il benessere, a prendere soldi a sbafo, conta poco evidenziare come il movimento in atto dall'Africa non sia, di fatto arginabile, ma sia qualcosa di epocale, legato anche alle dinamiche climatiche in atto. Discorso troppo complesso. Meglio l'orgia propagandistica della Lega. Meglio il cinismo contro "quelli dei barconi". Non plaudo, ma prendo atto, pur provando sincero sgomento per la virulenza verbale che vedo rivolta verso altri essere umani, che altro non è che razzismo dei più beceri. Non riuscire a provare umana compassione per i corpi affogati, specie dei bambini e non riuscire, per lo meno di fronte a quelle immagini, a ritrovare linguaggi meno barbari, mi fa davvero provare un misto di scoramento e rabbia. Rabbia per come ci siamo arrivati a questo. E per come stiamo tentando di affrontarlo. La Sinistra è semplicemente sparita. Travolta da quei semi che essa stessa in questi 25 anni ha seminato e nutrito e che oggi, sono ben cresciuti, dando vita a M5S e LEGA e le si rivoltano contro. Sinistra assente anche fisicamente. Non vi era nessuno a manifestare con i braccianti africani al funerale del sindacalista morto. Nemmeno le centrali sindacali maggiori. Nessuno a sostenere la protesta dei dipendenti della ex pagine gialle che rischiano il posto. Nessuno a solidarizzare con i lavoratori veneti dopo l'ennesima morte bianca. Nessuno con gli insegnanti vittime di violenza. Nessuno a visitare davvero i campi ROM, le carceri, le periferie. Nessuno. Ma al nuovo corso, cui oggi il popolo italiano non solo perdona tutto, ma castiga chiunque osi provare a affrontare temi critici (lo ben so, essendo stato ripreso da amici e parenti, fino a ieri dimentichi della cosa pubblica e oggi quanto mai attivi e militanti) questo interessa poco, interessa consolidare ancora di più il proprio consenso, per scardinare in profondità i meccanismi di una società progressista e aperta, verso un modello più isolazionista e retrivo (reazionario si sarebbe detto in altri tempi) una democrazia limitata destinata a essere anacronistica e controproducente, ma che oggi è in perfetta sintonia con gli umori del paese. Poco importa se ciò vuol dire mettere in discussione i fragili equilibri finanziari del nostro paese. Se qualcosa succederà sarà facile trovare un colpevole, fosse l'UE, l'euro o altro. Trovare un capro espiatorio è una delle pratiche in cui noi italiani si eccelle da decenni.
Ma mentre nella loro ipocrisia e rozzezza i PentaLeghisti comunque iniziano a tracciare una prospettiva futura e già lanciano le prossime europee come tappa intermedia, nel campo della sinistra non s'ode nulla. Continua il chiacchericcio diffuso a più voci. Ma non si propone nessuna visuale davvero alternativa, nei contenuti e nei linguaggi, al massimo s'insegue su certi temi, non si compie nessuno approfondimento sistematico, non si elabora un modello sociale diverso, non ci si pone il tema di recuperare quelle fasce un tempo elettrici della sinistra e che oggi guardano altrove. Anzi le si demonizza, non sapendo distinguere  "l'errore dall'errante". La Sinistra riformista non ha elaborato ne a livello nazionale, ne tanto meno a livello europeo, un visione da contrapporre e sopratutto da sostenere con la medesima insistenza e pervicacia con cui i PentaLeghisti sostengono le loro. Insomma, sembra che la cupio dissolvi continui. 
Eppure io sento il bisogno d'impegnarmi contro l'ineluttabilità del fato di questo paese, contro il becero mainstream attuale, contro il pregiudizio diffuso, per quel mondo multicolore, libero, progressista e razionale che ho in testa io e che vorrei fosse dove vivranno i miei figli. La situazione nel centro sx è, però, deludente, i partiti o ciò che ne resta sono impatanati in recriminazioni e riflessioni autoreferenziali. Oltre qualche spunto non si vede. Mi sono iscritto all'associazione  "Libertà Eguale" per tentare di "fare qualcosa" (mi viene in mente uno sketch del TRIO), ma senza troppe illusioni. Eppure un colpo lo dovremmo provare a battere. Ritrovare il bandolo della matassa, rialzare il capo e riprendere la marcia.


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